Scavo archeologico e restauro della chiesa di San Michele di Gaium a Rivoli Veronese

gaium

Pellegrini, commercianti, dignitari, uomini di cultura ed eserciti. Ne ha vista passare di gente la Chiusa di Ceraino, là dove l’ansa dell’Adige attraversa un canyon dalle alte pareti. E ne ha vista di gente la piccola chiesa di San Michele a Gaium, che della Chiusa conosce i segreti, adagiata a sud sulle rive del fiume. Affonda le sue radici nel Medioevo, ma è stata ferita più volte nei secoli. Ora è monca e senza più fiato per gridare aiuto. Del complesso originario si è perso molto, ma quel che è rimasto vale la pena risorga a vita nuova. Gli archeologi medievisti Emanuela Compri e Luciano Pugliese, diretti dall’ispettrice Brunella Bruno della Soprintendenza di Verona, in questi giorni affonderanno le mani tra le pietre della chiesetta, per dare avvio al progetto predisposto dall’associazione culturale Baldofestival. I due esperti per cinque settimane ne studieranno ogni respiro; a breve poi partirà il cantiere seguito dall’architetto Renzo Nicolis, che prevede la messa in sicurezza di strutture murarie e tetto. Così tirerà un sospiro di sollievo anche il San Cristoforo affrescato sul campaniletto, che da decenni assisteva immobile al degrado che avanzava implacabile. Tutto questo grazie a circa 50mila euro di contributi statali arrivati da Regione, Provincia e Sovraintendenza ai beni architettonici. Ma è solo l’inizio. Il progetto, studiato da Baldofestival con Legambiente e Comune, prevede sistemazioni statiche e scavi archeologici, ma anche restauri architettonici e pittorici, ripristino ambientale e valorizzazione del sito, per un recupero globale di tutta l’area. L’entusiasmo c’è, ma servono parecchi soldi, circa 300mila euro. Così, mentre parte la prima fase operativa, il sindaco di Rivoli Mirco Campagnari rivolge un appello agli imprenditori locali. «Mi rendo conto che il periodo non è dei migliori, ma conosco la sensibilità dei miei cittadini: inseriscano nel bilancio una voce sociale a favore di quest’opera di recupero. Ne guadagneremo qualcosa tutti».

Il 25 aprile, durante la settimana dedicata alla cultura, sarà possibile visitare il sito.

È a disposizione il conto corrente creato per raccogliere fondi nella filiale Unicredit di Rivoli (IT 59 T 02008 60040 000041252884). Per saperne di più, contattare Baldofestival: 333.5821964 (baldofestival@baldofestival.org). C.M.

http://www.patrimoniosos.it

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One Thought to “Scavo archeologico e restauro della chiesa di San Michele di Gaium a Rivoli Veronese”

  1. RIVOLI. San Michele svela i suoi tesori nascosti
    Domenica 26 Aprile 2009 PROVINCIA Pagina 39 L’ARENA

    Successo per la giornata di «porte aperte» promossa per fare conoscere il gioiello romanico di cui si sta concretizzando il recupero

    Affiorano i pavimenti, resti di altari e degli acciottolati: a guidare gli archeologi i ricordi dei «veci» del luogo

    Liberazione è stata, davvero. Liberazione da oltre 60 anni di terra, erba e piante che hanno soffocato i resti di muri, altari sacri, antichi pavimenti. Liberazione da decenni di oblio e dal misero destino di chiesetta abbandonata. Liberazione da tanta solitudine in un luogo da favola. Ha festeggiato così il suo personalissimo 25 Aprile, registrando il tutto esaurito, la chiesa di San Michele Arcangelo a Gaium, presa d’assalto da oltre 150 persone arrivate a piedi o in bicicletta, con bambini e cani al seguito, da Gaium, Rivoli, Caprino, Cavaion e tanti paesi vicini, ma anche da Verona o San Giovanni Lupatoto.
    Il volto noto, tra tutti, è stato quello di Sara Simeoni, rivolese doc e indimenticata campionessa olimpica di salto in alto.
    Giovani, adulti e «over 60» sono piombati a Gaium sorridenti e zelanti per ammirare l’edificio sacro durante il cantiere archeologico aperto da un paio di settimane dal nucleo operativo veronese della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, sotto la guida dell’ispettrice Brunella Bruno. La Bruno ha dato il benvenuto nel sito rivolese, col sindaco Mirco Campagnari e al responsabile del progetto di recupero per Baldo Festival, Giancarlo Dotti.
    Sono stati gli scavi la grande attrazione della giornata, inserita nel calendario nazionale dell’XI Settimana della Cultura promossa dal ministero per i Beni e le attività culturali. I primi risultati del cantiere sono stati mostrati e spiegati dai giovani archeologi medievisti Emanuela Compri e Luciano Pugliese, mentre Fabio Salandini ed Erica Giacomi, collaboratrice di Erminio Signorini, hanno illustrato la parte storica e decorativa in mezzo ai cartelloni con il progetto di Baldo Festival e qualche quadro di artiste locali sul tema.
    Fa un certo effetto camminare sulle passerelle del cantiere e vedere, laddove da decenni non c’erano che prato e cespugli, le piastrelle del pavimento, i resti degli altari laterali e dei muri perimetrali, l’acciottolato da dove i fedeli maschi entravano in chiesa fino al 1944, prima dei rovinosi bombardamenti.
    Commuove vedere gli anziani di Gaium tornare indietro nella memoria e ripensare a tutte le volte che sono stati in quella chiesa per la messa, la prima comunione, le orazioni. Gli archeologi non nascondono di essere stati aiutati proprio dalla gente del posto a individuare i punti da cui iniziare a scavare; la gente ascolta, annuisce, osserva, si sorprende per la bellezza di questa perla incastonata in una posizione da brivido, tra le rive placide dell’Adige e le pareti rocciose del canyon della Chiusa.
    Pareva di vederlo sorridere il San Cristoforo affrescato sul campaniletto a protezione di viandanti e navigatori passati di lì per secoli. Da tanto tempo non vedeva così tante persone ai suoi piedi. Magari ora veglierà anche su di noi, pellegrini del nuovo millennio.

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